Parlando di cassettoni, come della maggior parte dei mobili “a scatola”, cioè con una forma regolare che racchiude uno spazio occorre distinguere tra i cassettoni di legno massiccio e quelli che, invece, hanno un telaio su cui è fissato un rivestimento.
Perché questa distinzione? Semplicemente perché quelli di legno massiccio, anche se più solidi e più robusti, saranno quelli che daranno i maggiori grattacapi in caso di guasti. Sostituire un’intera fiancata di legno massiccio non è né facile né economico.
Non solo, ma sovente il legno, invecchiando, si stringerà in modo diverso, per cui è abbastanza facile vedere intere fiancate spaccarsi a metà, e richiedere rapidi interventi complessi. I cassettoni con un telaio e un rivestimento, invece, “per donano” di più, e consentono più facili riparazioni. Qualunque sia la struttura, tuttavia, si tratta di mobili abbastanza “comprensivi” per l’ordinaria manutenzione. Se fosse necessario smontarli, è molto semplice togliere i cassetti, poi il ripiano superiore (in genere fissato da sotto con blocchi di legno e/o viti, oppure con spinotti), quindi il fondo, in genere soltanto inchiodato al resto dell’armatura. A proposito di questo fondo, quando occorre toglierlo per qualsivoglia motivo, è opportuno esaminarlo attentamente. Se si tratta di un fondo di rivestimento (quindi molto sottile) che con il passare del tempo si è curvato troppo, non bisogna esitare a sostituirlo. La sua rigidità, infatti, è estremamente importante in quanto può contribuire in modo basilare a tenere in quadro i quattro iati esterni del cassettone (le due fiancate, il ripiano superiore e la base). Se, esaminando questo fondo, si vede che non è più saldamente fissato, cercarne le cause. Nella maggioranza dei casi queste consisteranno in uno o più cassetti troppo “lunghi”, i quali nel loro movimento colpiscono ogni volta il fondo e lo scalzano dalla sua sede. Perché cassetti troppo “lunghi”? Non è difetto di costruzione: semplicemente il legno dell’involucro esterno, più sensibile alle condizioni climatiche dell’ambiente, può essersi contratto, e quindi la profondità del cassettone può essere diminuita; i cassetti in cui il legno è stato disposto con la venatura nel senso del movimento.
Sono invece rimasti con molta probabilità nelle dimensioni originali. Per rimediare questo inconveniente c’è un solo sistema accorciare i cassetti, segandone un centimetro dal fondo e risistemando il fondo stesso sulla scanalatura che si sarà costruita sui due lati. Unica soluzione meno cruenta consiste nel “bloccare” il movimento del cassetto, collocando un perno d’arresto verso il fondo della guida. In questo modo, tuttavia, il cassetto non entrerà completamente nella sua sede, e sporgerà leggermente sul davanti.
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Guide rotte
Il guasto più frequente di un cassettone riguarda i cassetti stessi, e in particolare le guide che ne consentono lo scorrimento. Possono, a lungo andare, rovinarsi tanto quelle predisposte nel cassettone (dette anche “binari”) quanto quelle sui cassetti, vale a dire le guide propriamente dette. Un chiaro esempio è riportato nella fig. 1.
Quando questo succede è necessaria la cura più drastica, vale a dire la loro sostituzione. Per quanto riguarda le guide fissate al cassettone è sufficiente svitarle o schiodarle, quindi staccarle bene dalle fiancate servendosi di uno scalpello da legno.
Occorre costruirne altre, delle stesse identiche dimensioni, servendosi di pino o pioppo, con la venatura il più possibile parallela alla lunghezza della guida. Carteggiarla, lucidarla con cera, quindi avvitarla dopo avere praticato i fori per le viti e la svasatura necessaria perché possano legno nuovo. Piallare poi e carteggiare finché il cassetto ha riassunto la fisionomia e soprattutto le dimensioni di prima. Per quanto riguarda la rotaia, questa è costituita dalla struttura stessa del cassettone. In tal caso la cura migliore consiste nell’applicare sulla rotaia stessa un sottile strato di legno, carteggiato e lucidato per facilitare lo scorrimento. Come alternativa, esistono in commercio nastri autoadesivi di nylon, che vanno fissati sui binari. Estremo rimedio, in caso di cassetti e cassettoni difficili, consiste in rotelline di plastica, su una staffa, da fissare o nel cassettone (il cassetto scivola sopra) o alla base del cassetto, per farlo rotolare.
Questo sistema presenta però l’inconveniente di essere efficiente soltanto per mobili di una certa dimensione.
Il cassetto cede
Certe volte è colpa nostra se, riempiendo un cassetto più del dovuto, e con oggetti pesanti, facciamo curvare la base. Dopo un po’ di tempo questa può benissimo rompersi. Se la “blocchiamo” in tempo possiamo impedire il disastro completo valendoci di chiodi, colla e rinforzi metallici (dettaglio 2, fig. 3), oppure possiamo rinforzarla nel centro con nastri adesivi da imballaggio, oppure incollando strisce di tela, o ancora, dove c‘è lo spazio, incollando blocchetti di legno che facciano da sostegno. Sono tutte soluzioni di ripiego, ma certe volte possono funzionare e salvare un cassetto per altri vent’anni. Se la base del cassetto, invece, è completamente sfondata, occorre sostituirla, infilandola nelle apposite scanalature e bloccandola dovutamente. Molto importante, nel funzionamento di un cassettone, che anche i ripiani para polvere siano in buone condizioni e che non siano tutti curvi. Si tratta di quei sottili strati di legno che separano i vani dei vari cassetti. L’umidità può danneggiarli; sovente, curvandosi, vanno a fregare contro la base del cassetto sovrastante, o contro il contenuto del cassetto sottostante. Vanno sostituiti.