La funzione di questi due “accessori” dell’arredamento è quindi quanto mai complementare. Per questo li abbiamo uniti nello stesso capitolo. La maggior differenza fra il tavolino e il carrello è che mentre il primo è in genere un mobile sottoposto a sforzi molto limitati (al massimo regge una lampada o un vaso da fiori), il secondo subisce sollecitazioni torsionali ad ogni giuntura.
Se la struttura in fase di design e di costruzione, non tiene conto di questo particolare, il carrello è condannato fin dalla nascita a una breve durata. Gli interventi che possono essere necessari su un tavolino e carrello sono, sotto molti punti di vista, gli stessi di cui già si è parlato riferendoci a sedie (gambe, traversine ecc.) o a tavoli (la superficie superiore e rinforzi vari), senza contare i discorsi sull’impiallacciatura.
Un discorso tutto particolare, invece, si può fare per quei tavoli che, come i carrelli, hanno le gambe appoggiate su ruotine pivottanti: quelle, per maggior chiarezza, che girano su se stesse e vanno in ogni direzione. Se sono le ruote stesse a rompersi (i cuscinetti a sfere, in particolare, possono dichiarare forfait) la soluzione migliore consiste nel sostituirle, senza tentare la loro riparazione. Nel caso prospettato dalle figure di questa pagina, invece, sono state le gambe stesse ad andarsene, rompendosi lungo la venatura del legno, in corrispondenza del punto in cui le ruotine erano inserite. Un esempio, questo, facilmente riscontrabile anche per quanto riguarda poltrone e divani poggiati su rotelle.
Per rimediare al piccolo incidente occorre capovolgere il carrello o tavolino, fare leva con un cacciavite (come indicato nella fig. 1) e togliere il gruppo della ruotina. Estrarre poi, servendosi dello stesso cacciavite ma facendo attenzione a non danneggiare i bordi di legno, il cilindro metallico inserito nella gamba, che funge da sede per la ruota. Per facilitare l’operazione, e visto che la gamba è comunque rotta, si può inserire un secondo cacciavite dalla parte della spaccatura alla base della gamba, e allargare leggermente la spaccatura stessa. Quando il cilindro è estratto, controllare che i suoi denti siano perfettamente paralleli alle sue pareti. Poi (fig. 2) affrontare la riparazione
della gamba. Pulire attentamente la crepa, inserire colla, e stringere in un morsetto, con le abituali attenzioni (asportare la colla fuoruscita). Quando la colla ha fatto presa (in genere dopo 24 ore) prendere la sede metallica della rotellina e, come indica il particolare, inserirla nuovamente al suo posto con qualche preciso colpo di martello, sperando che la pressione non rompa nuovamente la gamba, magari lungo un’altra venatura del legno. Quindi inserire nella sede l’albero della rotellina pivottante.