In questa guida vediamo quali sono i principali tessuti impiegati in tappezzeria, e quali le tecniche possibili di smacchiatura casalinga.
C’è un rapporto diretto tra le prime e i secondi: ogni tipo di macchia, infatti, va trattato in modo diverso; una seconda distinzione, inoltre, va fatta a seconda che il tessuto macchiato sia lavabile o possa invece essere soltanto pulito a secco.
Diamo qui di seguito un elenco, arido ma essenziale, di quali tessuti usati per tappezzerie siano lavabili, quali altri richiedano un trattamento a secco, e quali infine possano essere sottoposti a entrambi i sistemi di pulitura, o a uno dei due secondo le condizioni del suo impiego
-Sono lavabili: cretonne (quelli di cotone e lino si restringeranno, quello di rayon solo a mano), zephir (percallina), pizzi (a mano), lino, nylon, terital, polivinile (con spugna)
-Si puliscono a secco: broccato, broccatello, buckram (una sorta di tela dura), tela batista, seta marezzata, moquette, rayon, satinato di cotone, taffettà, araz,., velluto
-Si lavano in acqua o a secco: chintz (a secco se lucido da una parte, con acqua se trattato chimicamente), velluto a coste (con acqua soltanto fodere mobili), dralon (con acqua, tranne se è rivestimento di poltrona o divano), percalle (con acqua solo se trattato chimicamente), raso (con acqua quello di fibre sintetiche, a secco quello di seta e cotone), seta (a secco, tranne paralumi di seta che vanno immersi in acqua saponata, sciacquati e appesi ad asciugare).
Fatta questa prima distinzione, si può procedere, indicando come i vari tipi di macchia possono essere eliminati.
Elencheremo, per ogni macchia, con A la cura applicabile ai tessuti lavabili in acqua, con S quella applicabile ai tessuti che possono essere trattati a secco. I tipi di macchia, per comodità di consultazione, sono anche elencati in ordine alfabetico.
Alcool: A, asciugare immediatamente, quindi pulire con una spugna umida o un panno bagnato. Quindi lavare. S, asciugare, quindi passare una spugna umida con una soluzione formata da un cucchiaino di aceto bianco per mezzo litro d’acqua.
Bevande non alcooliche (bibite gassate, caffè, cioccolata, latte, tè); A, asciugare la macchia, poi lavare in una soluzione boracica al 6%. Sciacquare, quindi lavare regolarmente. S, asciugare, poi applicare tetracloruro di carbonio o normale liquido smacchiatore con un panno ben pulito e abbastanza morbido.
Bruciature: A, immergere in glicerina o passare a spugna con una soluzione boracica al 6%, quindi lavare regolarmente. S, preparare un miscuglio di borace e glicerina, applicarlo sulla macchia e lasciare asciugare. Quindi spazzolare via la polvere che si è formata, e passare uno straccio umido sulla parte del tessuto in cui c’era la macchia.
Catrame: A, passare una spugna intrisa di acquaragia. Pulire quindi con acqua e infine lavare. S, si segua lo stesso procedimento con l’acquaragia e con lo straccio umido e si passi infine una spugna invece di lavare.
Colla: A, immergere in acqua calda, alla temperatura più alta che il tessuto può sopportare. Se la macchia rimane, immergere in aceto bianco leggermente riscaldato, lasciando per un minuto, poi sciacquare e lavare regolarmente. Sulle resine usare acetone (del tipo adatto a togliere lo smalto delle unghie); una cura, tuttavia, da escludere sulle fibre sintetiche, che potrebbero sciogliersi. S, passare la spugna umida e insaponata e aggiungere detersivo liquido strofinando e facendolo penetrare nella macchia. Passare quindi una spugna di acqua fredda.
Frutta: A, asciugare immediatamente e poi lavare. Se la macchia rimane, lavare nuovamente in una soluzione boracica al 6% o quindi sciacquare e lavare con sapone. S, strofinare la macchia con alcool puro, quindi fare uso di un normale smacchiatore.
Grasso animale: A, strofinare delicatamente con tetracloruro di carbonio o uno smacchiatore normale. S, nessuna differenza di trattamento: tetracloruro o smacchiatore:
Inchiostro: occorre distinguere fra l’inchiostro per stilografica e l’inchiostro della penna a sfera, che per le loro diverse caratteristiche chimiche richiedono un trattamento diverso.
Inchiostro per stilografiche: A, passare una spugna leggermente insaponata appena il tessuto è stato macchiato. Tessuti bianchi di cotone e lino devono essere spruzzati con succo di limone e sale. Questo sarà lasciato sul tessuto per un’ora, quindi si procederà a un normale lavaggio. S, identico trattamento, ma al posto del lavaggio finale ci si limiterà a passare una spugna umida tre o quattro volte.
Inchiostro di penna a sfera: A, con un panno imbevuto di alcool metilico premere a contatto con la macchia, fino a quando tutto l’inchiostro sarà stato assorbito dal panno, quindi lavare. S, stesso procedimento a base di alcool; poi, anziché lavare, pulire a secco.
Muffa: A, applicare succo di limone e lasciare asciugare. S, inumidire con succo di limone, poi spargere un po’ di sale, e lasciare asciugare, se possibile, al sole.
Passare delicatamente una spugna umida;
Vernice: A, per le vernici a base oleosa strofinare con un panno imbevuto di acquaragia, poi lavare. Per le vernici ad acqua immergere in acqua fredda; non c’è bisogno di lavare. Per le vernici alla nitrocellulosa strofinare con un panno intriso di acetone (ma non su tessuti in fibra sintetica) e lava re regolarmente. S, seguire le stesse regole indicate per i tessuti lavabili, naturalmente sostituendo il lavaggio con un delicato lavoro di spugna umida.
Vino: valgono gli accorgimenti già indicato sotto la voce “alcool”, ma con alcune leggere modifiche, specie se il vino è rosso A, asciugare, pulire con spugna umida, quindi cospargere di sale, lasciare per un’ora e lavare. Se il vino ha una gradazione superiore agli 11° può essere necessario l’uso di candeggina. S, asciugare, passare spugna umida di acqua e aceto bianco, e sperare.