Scalpelli e sgorbie, con seghe e pialle, sono attrezzi essenziali. Si usano soprattutto per rimuovere il legno di scarto dei giunti, anche se i tipi più leggeri sono spesso utilizzati per sagomare e rifilare i pezzi.
Quando si deve rimuovere una certa quantità di legno a volte si usano scalpelli e sgorbie corti e robusti con il mazzuolo, ma in genere si usano con la sola pressione della mano.
Indice
Come Scegliere uno Scalpello per il Legno
Gli scalpelli variano nei particolari da tipo a tipo e da produttore a produttore, ma sono essenzialmente attrezzi con robusta lama metallica attaccata a un manico diritto cilindrico. L’attacco tra manico e lama è l’elemento critico dell’attrezzo.
Scalpello comune
E’ lo scalpello di base per scopi generali. La lama a sezione rettangolare è abbastanza robusta da essere piantata nel legno di forte spessore con il mazzuolo. Le lame sono prodotte con larghezza crescente regolarmente da 3 a 28 mm, ma sono reperibili anche scalpelli larghi 50 mm.
Scalpello a lama smussata
Il dorso della lama è piatto come nello scalpello comune, ma i due bordi lunghi della faccia sono molati a smusso poco profondo. L’attrezzo, più leggero, deve essere usato solo premendo con la mano, ma è ideale per rimuovere lo scarto dai giunti a coda di rondine. Gli scalpelli a lama smussata sono prodotti nella stessa serie di larghezze di quelli comuni.
Scalpello lungo a lama smussata
E’ simile al precedente ma con lama molto lunga per rimuovere lo scarto dei giunti a canale.
Scalpello lungo a gomito
Il dorso a gomito facilita il mantenimento della lama in piano rispetto al lavoro.
Scalpello a taglio obliquo
L’estremità della lama con angolo di inclinazione di 60° produce un’azione di affettatura del tagliente quando lo scalpello è spinto in avanti. l taglio risulta più liscio anche con fibre irregolari e l’estremità appuntita è utile per rifinire gli angoli difficili. La gamma delle larghezze della lama è limitata a 12, 16 e 25 mm.
Manici di scalpello
I manici di scalpello sono sempre stati molto vari. I manici di plastica sono cosi robusti che resistono anche se colpiti con martello metallico: pratica che rovinerebbe quelli in legno.
Lame
Lo scalpello medio ha lama lunga da 125 a 175 mm, ma abbastanza spesso i falegnami preferiscono il modello più corto e pesante, con lunghezza della lama da 75 a 100 mm. Gli scalpelli per usi specializzati hanno lame lunghe sino a 250 mm. La punta della lama è molata con smusso singolo per formare il tagliente.
L’attacco critico
La lama degli scalpelli si assottiglia sensibilmente al “colletto” appena sotto il manico. In questo punto la lama forma una punta, o “codolo”, che è piantato nei manici di legno o annegato in quelli di plastica. L’attacco tra manico e lama è rinforzato dall’anello metallico detto ghiera.
In alternativa il colletto si allarga a formare uno zoccolo conico, o bicchiere, in cui è inserito il manico.
CONSERVAZIONE E UTILIZZO DEGLI SCALPELLI
Pareggiare in orizzontale Per pareggiare si posa il pezzo piatto sul banco e si impugna il manico dello scalpello con l’indice steso verso la lama. Si tiene l’avambraccio allineato allo scalpello e si piega il gomito contro il corpo. Con la mano libera si afferra la lama dietro il tagliente tra pollice e indice. Questa impugnatura non solo guida la punta dell’attrezzo, ma regola anche la forza applicata allo scalpello agendo da freno sulla lama. Le altre dita della mano si appoggiano al pezzo per tenere fermo l’attrezzo (1).
Si prende posizione davanti al banco di lavoro con avambraccio e scalpello paralleli al pavimento. A piedi divaricati, si spinge in avanti lo scalpello con il peso del corpo (2).
Quando è necessario esercitare maggiore forza, si colpisce l’estremità del manico con il palmo della mano (3).
Utilizzo del mazzuolo
Per piantare lo scalpello con il massimo di forza, si colpisce l’estremità del manico direttamente con la faccia del mazzuolo. Tuttavia sono molti i casi in cui il solo peso del mazzuolo esercita forza sufficiente. Per lavori delicati, si impugna il manico appena sotto la testa e si picchietta lo scalpello con il lato del mazzuolo.
Pareggiare in verticale
Di testa si taglia con lo scalpello in verticale. Si impugna il manico con il pollice sopra l’estremità di questo e si controlla la lama con pollice e indice dell’altra mano. Si esercita la forza necessaria sullo scalpello con la spalla.
Conservazione degli scalpelli
Conservare gli scalpelli liberi nella cassetta degli attrezzi è una pessima abitudine. Si tengono avvolti in strisce di tela con tasche individuali oppure si conservano nella rastrelliera dietro il banco di lavoro. Le rastrelliere sono reperibili anche magnetiche, ma si possono realizzare semplicemente con due strisce di legno o di multistrati distanziate da blocchetti separatori. Dopo averle avvitate alla parete, si calano le lame nelle sedi formate tra le due strisce. Spesso i falegnami preferiscono proteggere la punta degli scalpelli con cuffie di plastica. Queste guaine a tenuta hanno incorporato l’anello per appenderli.
Come Scegliere un Bedano
Per le mortase profonde occorrono scalpelli specifici. Quelli normali sono troppo deboli e inoltre resterebbero bloccati nel taglio.
Bedano comune
I bedani comuni hanno lama molto spessa per lavori pesanti. Sono così resistenti da poter essere usati come leva per svellere lo scarto dalle cave profonde e con lati ampi che aiutano a tenerli in squadra nelle mortase. L’assottigliamento sensibile dal colletto alla punta impedisce alla lama di restare bloccata nel pezzo in lavorazione. Sono prodotti in quattro misure, da 6 a 12 mm.
Bedano rinforzato
I bedani rinforzati sono reperibili con larghezza fino a 38 mm per la costruzione di telai robusti. La rondella in pelle tra manico e lama assorbe l’urto dei colpi del mazzuolo.
Bedano a uncino per serrature
La curva a collo di cigno vicino alla punta della lama permette di eliminare lo scarto dal fondo delle mortase profonde. Una volta eseguita la mortasa con il bedano normale, si finisce il lavoro con il bedano a uncino della stessa dimensione o leggermente più piccolo.
Bedano per serramenti
Scalpello a gomito tutto in metallo studiato per eseguire mortase per serrature e sedi di cerniere in spazi ristretti dove sarebbe impossibile maneggiare i bedani normali. Ha due taglienti, uno perpendicolare al gambo e l’altro parallelo. Si tiene l’attrezzo sul pezzo in lavorazione e con il martello si colpisce il gambo appena prima del tagliente.
Come Scegliere le Sgorbie
Le sgorbie sono scalpelli con lama a sezione curva. La lama è molata con smusso all’esterno (a tagliente interno) o all’interno (a tagliente esterno).
Le sgorbie a tagliente interno si usano per scavare i vuoti mentre quelle a tagliente esterno, o per incisione, si usano per rifilare le spalle curve, quali quelle all’estremità della traversa delle sedie unita a gambe rotonde. La gamma media di larghezza per i due tipi di sgorbia varia da 10 a 25 mm.
Come Scegliere uno Scalpello Giapponese
Gli scalpelli giapponesi sono prodotti con lo stesso sistema a lamine di acciaio usato peri ferri delle pialle. Hanno quindi dorso duro con tasca molata, rinforzato dalla spessa striscia di acciaio dolce che assorbe i colpi. Unendo il sistema di costruzione a codolo e a bicchiere, l’attacco tra manico e lama è molto resistente. Tutti gli scalpelli giapponesi hanno manico in legno e quasi tutti sono dotati di ghiera di rinforzo all’estremità del manico.
Giri-nomi
(Scalpello a lama smussata) Gli scalpelli standard sono a lama smussata, ma a differenza degli equivalenti occidentali sono abbastanza robusti da essere usati con il mazzuolo. La larghezza della lama varia da 3 a 42 mm.
Shinogi-nomi
(Scalpello a lama triangolare)
La lama a sezione triangolare è ideale per rimuovere lo scarto tra code e piedi dei giunti a coda di rondine. Le lame sono larghe da 3 a 12 mm.
Usu-nomi
(Scalpello lungo a lama smussata)
Gli scalpelli lunghi giapponesi sono disegnati per impugnatura a due mani. Le lame, più sottili di quelle dell’ori-nomi, hanno larghezza da 3a 42 mm.
Kote-nomi
(Scalpello lungo a gomito) l collo a gomito di questi scalpelli permette di rifinire battute e canali lunghi.
Mukomachi-nomi
(Bedano)
I bedani giapponesi hanno lama spessa a sezione quadrata adatta a tagliare cave profonde. Sono larghi da 6 a 18 mm.
Mori-nomi e Sokozarai-nomi
(Bedani a uncino)
Attrezzi specializzati usati con i bedani per liberare il fondo e i lati delle mortase cieche. Entrambi i bedani sono a uncino per rimuovere facilmente lo scarto.
Chokkatu-nomi
(Scalpello con lama a angolo retto)
Attrezzo estremamente specializzato per rifinire gli angoli delle mortase grandi. I mezzi taglienti, perpendicolari tra loro, sono larghi 9,16 e 25 mm.
Uchi-hagane-nomi
(Sgorbia a tagliente interno)
Simile sotto tutti gli aspetti alla sgorbia a tagliente esterno occidentale, ha larghezza che varia da 3 a 30 mm.
Oiri-uramaru-nomi
(Sgorbia a tagliente esterno)
Le sgorbie a tagliente esterno, usate per rifinire le spalle curve, sono molate con smusso piatto. Le dimensioni della lama sono le stesse delle sgorbie a tagliente interno.