Volendo illuminare un ambiente rustico, un porticato, o un atrio con luce diffusa e originale, è possibile usare come lampadario un vaso di terracotta.
Sono molto adatti al caso i vasi a forma di catino larghi e bassi. Se ne trovano di vari diametri e fogge; quello riportato in figura non vuol essere che un esempio. Per prima cosa sarà necessario preparare il vaso. Trattandosi di un vaso di terracotta (color marrone quindi) l’effetto riflettente dalla sua parte concava è molto limitato e questo richiederebbe una potenza installata molto elevata. Per ovviare all’inconveniente è necessario verniciare l’interno del vaso con cementite bianca; ne occorreranno almeno due o tre mani, dato che la terracotta assorbe molto, prima di ottenere una superficie interna di un bel bianco opaco. II vaso è alquanto pesante e va appeso almeno a 40-50 cm dal
soffitto e in modo sicuro.
Visto il suo aspetto rustico, è opportuno usare per il sostegno delle catenelle di ferro, prima però è necessario predisporre l’attacco al vaso e il supporto per il paralume. Un vaso di terracotta può essere forato con il trapano lungo i
suoi bordi, ma correndo il rischio di romperlo e ottenendo comunque un attacco di dubbia solidità. È preferibile quindi ricorrere a tre graffe metalliche a forma di U dimensionate in modo da incastrarsi di precisione sul bordo del vaso. La loro realizzazione va eseguita usando un pezzo di verga di ferro da 2,5x10x0,3 cm; l’estremità interna di ogni graffa va piegala in su e forata con una punta da 6 mm. Per poter sagomare una verga di ferro di queste dimensioni è necessario lavorare a caldo e con la morsa. Non disponendo di questo attrezzo è indispensabile ricorrere all’aiuto di un fabbro.
Per potere applicare le tre catenelle di sostegno e contemporaneamente offrire un punto di attacco per il portalampade, all’estremità piegata e forata di ogni graffa dovrà essere fissata, mediante un occhiello a vite e dado, una traversina metallica lunga quanto basta per arrivare al centro del vaso. Le tre traversine possono essere realizzate con metallo più facile da lavorare come l’alluminio o l’ottone, non dimenticando che l’abilità di chi fa da sé si misura anche nella sua capacità di utilizzare vecchi oggetti in disuso. Le tre traversine si sovrappongono fra loro al centro del vaso e sono forate con un foro da 10 mm di diametro: nel foro va inserito uno spezzone di tubo di ottone filettato da 9 mm lungo 3-4 cm che verrà saldamente fissato con due dadi alle traversine. Sul tubetto filettato si avviterà poi il portalampade. Le tre graffe trattenute così al centro del vaso dalle traversine non possono sfilarsi dal bordo. A ciascuno dei tre occhielli a vite, verrà ora fissato con una legatura di filo di ferro sottile uno spezzone di catenella metallica lungo 50-60 cm. Spessore e larghezza dei segmenti di catenella sono misurati al peso e alle dimensioni del vaso. Tutte le parti metalliche in vista quali le graffe, la catenella e l’indispensabile rosone coprifili, dovranno essere verniciate con cementite nera prima del montaggio. Il filo di alimentazione verrà fatto risalire al soffitto intrecciandolo alla catenella meno in vista.
Il montaggio del portalampade non presenta difficoltà di sorta e dato che il lampadario è completamente aperto e refrattario, si potranno usare anche lampadine di elevata potenza.