Sapere scegliere il lampadario o comunque la luce che si inserisce con maggior «naturalezza» nell’arredamento di un locale è indubbiamente importante, ma altrettanto importante è saper attaccare correttamente tutte queste «fonti luminose» in relazione alle loro dimensioni (e peso) e alle loro caratteristiche naturali.
Indice
Lampadari Leggeri
Appesi talvolta direttamente al cavo di alimentazione, sono rapidi da montare e offrono una vasta possibilità di scelta.
Sono i lampadari da soffitto che permettono le installazioni più rapide e semplici. A questo aggiungono, generalmente, anche il prezzo conveniente, le forme e i colori più adatti all’arredamento moderno. Il primo di questi elementi, fra l’altro, consente di adeguare l’illuminazione delle stanze al variare dei gusti e della moda senza incidere profondamente sul portafoglio. Questo tipo di lampadario trova, nella maggioranza dei casi, il suo elemento di sostegno sullo stesso cavo di alimentazione. Dato però che nonostante il materiale leggero impiegato per la costruzione (plastica, carta o vetro sottile), il lampadario ha un certo peso, è indispensabile per prima cosa provvedere ad un buon collegamento del cavetto di alimentazione al portalampade e alla struttura del lampadario per evitare che il peso di questo gravi sul collegamento dei fili di alimentazione (fig. 1). I casi che si possono presentare sono due: il portalampade sostiene direttamente il lampadario: il cavetto sostiene il lampadario e il portalampade. in entrambi i casi, però, specialmente per i lampadari di tipo chiuso all’interno dei quali gira con difficoltà l’aria, è indispensabile montare lampadi ne di potenza adeguata.
Si è detto che il sostegno del peso del lampadario che grava sul portalampade deve essere scaricato sul cavetto di alimentazione e non sui fili. Per far questo è necessario fare in modo che l’involucro isolante esterno del cavo di alimentazione venga saldamente ancorato ai portalampade sgravando i fili. In commercio esistono per questo scopo appositi morsetti strozzanti che si applicano, avvitandoli, sul foro filettato superiore del portalampade. Il morsetto si presenta come l’estremità di una matita automatica o come il mandrino di un trapano. Un tubetto filettato lungo un paio di centimetri termina ad un’estremità con tre o quattro linguette che possono essere schiacciate verso l’interno mediante una piccola ghiera a vite. Per montare il morsetto procedere come segue. Aprire il portalampade e, allentata completamente la vite di bloccaggio posta trasversalmente al foro filettato del corpo superiore (fig. 3), avvitare su quest’ultimo il morsetto. Stringere quindi la vite di bloccaggio che impedirà al morsetto di svitarsi, cosa che potrebbe accadere se si facesse ruotare il lampadario, per esempio, spolverandolo. Allentare la ghiera del morsetto ed infilarvi il cavetto di alimentazione prima di spellarne le estremità. Il cavetto dovrà avere un diametro tale da poter essere infilato nel morsetto con un certo sforzo. Spellare l’estremità del cavo e fissare i due fili ai morsetti del portalampade, coprendoli eventualmente con tubetto sterlingato. Tirare ora il cavetto di alimentazione dalla parte superiore del portalampade avvicinando le varie parti. Incastrare la ghiera portalampade nel corpo superiore senza peraltro tendere i fili. Stringere la ghiera dei morsetto fino a quando il cavetto di alimentazione viene completamente bloccato. Si può ora infilare cavo e portalampade nel lampadario e il lavoro preliminare, che può essere eseguito a tavolino, è completato. Se non si dispone del morsetto strozzacavo, il fissaggio può essere ugualmente ottenuto avvolgendo il cavetto con una fascetta di lamierino di ottone o di alluminio (ritagliata da una scatoletta) nel punto in cui questo attraversa il foro filettato superiore del portalampada. Serrando a fondo la vite di bloccaggio si schiaccia la fascetta senza danneggiare il cavetto e ottenendone nel contempo il bloccaggio. Si sconsiglia assolutamente di ricorrere, come talvolta capita di veder fare anche da parte di elettricisti professionisti, ad un avvolgimento di nastro isolante fatto sul cavetto all’interno del portalampade. Il calore e il peso faranno rapidamente scorrere questo blocco sul cavetto gravando così I fili di alimentazione del peso dell’intero lampadario.
Cavo che sostiene: in alcuni tipi di lampadari molto leggeri, il cavetto di alimentazione si collega direttamente al lampadario. Questo tipo di collegamento fra lampadario e cavetto, poco ortodosso dal punto di vista della totale sicurezza, è generalmente ottenuto mediante cordini com’è il caso dei lampadari giapponesi di carta o di plastica. Per fissare in modo sicuro questi cordini al cavetto, si procederà come segue. Fissare per prima cosa il portalampade al cavetto in modo tradizionale. Non sarà necessario nessun morsetto di bloccaggio dato che i fili dovranno sostenere il solo peso della lampadina. Si infila ora il paralume sul cavetto e si segna con un pezzetto di nastro adesivo il punto in cui i cordoncini debbono essere fissati per fare in modo che la lampadina venga a trovarsi, a montaggio ultimato, nel punto giusto. Sotto al nastro adesivo si eseguirà ora una stretta e ordinata legatura
(fig. 4) con del grosso filo dello stesso colore del cavetto (generalmente nero o bianco). Annodare senza tagliare il filo. Tolto il nastro adesivo, si avvolgano per un giro i cavetti del lampadario, sopra la legatura, controllando che il lampadario stesso risulti poi ben bilanciato. Completare con il filo lasciato in precedenza la legatura del cavetto sopra la precedente stringendo questa volta anche i cordoncini del lampadario (fig. 4) che è ora pronto per essere appeso.
Sostegno al soffitto: come ci si è preoccupati di evitare strappi ai collegamenti elettrici all’interno del portalampade, altrettanto si farà in corrispondenza della presa di corrente del soffitto. Anche per questa esigenza in commercio esistono appositi morsetti su cui possono anche essere fissati i rosoni coprifili. In questo caso al morsetto è fissato un anello o un gancio per la sospensione. In mancanza del morsetto si può ricorrere ad un buon nodo del cavetto su cui farà presa un gancio ad S (fig. 5-6). La procedura è semplice. Prima di spellare l’estremità superiore del cavetto infilarlo nel rosone coprifili (fig. 5-6). Individuata poi la giusta lunghezza del cavo, si fissa il morsetto o si fa il nodo nel punto desiderato e si spellano poi i due fili; il collegamento: staccare l’alimentazione elettrica dall’impianto domestico e, aiutandosi con una scaletta, appendere il lampadario all’occhiello predisposto nel soffitto. Collegare ora i due fili ai corrispondenti fili che sporgono dal soffitto ricoprendo le giunzioni con nastro isolante, avendo cura di non far sporgere dal nastro alcuno spuntone di filo di rame. Disporre i fili, piegandoli verso l’alto, in modo che siano lontani fra loro. Spostare verso l’alto, fino a contatto col soffitto, il rosone coprifili, bloccandolo. Il lavoro è ultimato. Si può ora collegare l’alimentazione elettrica all’impianto domestico agendo sull’interruttore generale. Qualora dal soffitto sporgessero tre o quattro fili anziché due, cosa che accade quando l’impianto è previ sto per accendere un lampadario a molte lampadine in varie fasi, si procederà aiutandosi col cercafase. Nel caso di quattro fili uno di questi è senz’altro il neutro (il cercafase non si accende), i rimanenti tre sono collegati alla fase tramite l’interruttore multiplo. Se il lampadario monta una sola lampadina, basterà collegare un filo del lampadario al neutro e l’altro ad uno qualsiasi dei tre fili. I due restanti dovranno lati con cura mediante nastro isolante. La prova col cercafase va eseguita prima di agganciare il lampadario al soffitto e con i fili sotto tensione. Si raccomanda quindi la massima prudenza evitando nel modo più assolute di toccare più di un filo per volta o di tenere una mano posata sul soffitto. Farsi aiutare da una seconda persona per non dover salire e scendere dalla scaletta.
Lampadari Pesanti
A causa del loro maggior peso rispetto a quelli leggeri, i lampadari di ferro battuto o in cristallo a più lampade esigono una più attenta scelta del punto di applicazione. Per evitare grossi guai è importante fare in modo che il gancio cui si appende il lampadario offra una resistenza almeno doppia del peso del lampadario stesso. Per conformarsi a questo principio è necessario adottare la soluzione più adatta al tipo di soffitto. Nelle case moderne, con il soffitto in laterizio armato, il sistema migliore è quello di utilizzare tasselli ad espansione in gomma. L’impiego di questi tasselli si rende necessario quando il gancio o l’occhiello esistenti non danno affidamento o quando si voglia montare il lampadario fuori centro. Nel primo caso il problema più immediato è costituito dal foro dai quale escono i fili. Se il tassello viene messo lateralmente a questo foro, il rosone coprifili non riuscirà a coprirlo completamente e la resistenza alla trazione è diminuita, per giunta, proprio dalla vicinanza del foro. In questi casi è meglio ricorrere a tre tasselli disposti ad ugual distanza tra loro attorno al foro esistente. I tre tasselli dovranno trovarsi su di una circonferenza di almeno un centimetro inferiore a quella del rosone coprifili. Prima di praticare i fori è però necessario essere sicuri di non perforare la guaina entro cui sono i fili elettrici che alimenteranno ii lampadario. Tolta la corrente all’impianto domestico, si muovono i fili che escono dal soffitto. La direzione dalla quale provengono potrà essere individuata sia auscultando ii soffitto, sia osservando la direzione dei fili quando vengono tesi {fig. 1). Si segna sul soffitto la circonferenza dei rosone coprifili e il settore da non forare perché vi passano i fili. A questo punto è possibile segnare e praticare sul soffitto i tre fori da 8,5 mm di diametro. Nei fori si infilano tasselli da 8 mm in
gomma del tipo a vite, a ciascuno dei quali sarà stata applicata, in precedenza, una piastrina metallica come indicato in fig. 1. Le tre piastrine vengono unite fra loro al centro, mediante un robusto anello a vite e dado al quale verrà appeso il lampadario.
In questo modo il carico oltre ad essere ripartito su tre tasselli, non agisce esattamente nel senso verticale, ma obliquamente ottenendo un’ancor più elevata resistenza del gancio. Appeso il lampadario, si procederà al suo collegamento elettrico non dimenticando di isolare con cura le giunture. L’uso di morsetti isolati in gomma è il sistema che offre le maggiori garanzie. Non resta poi che fissare il rosone coprifili.
Per i soffitti vecchi del tipo a graticcio di canna, l’unico sistema per avere sicurezza nell’appendere un lampadario pesante è quello di agganciarlo alle travature di sostegno. Per lampadari fino a 3 o 4 kg, però, è possibile ricorrere ad un listello di legno da 1,5 X 3 X 30 cm che, infilato nel foro del soffitto come indicato in fig. 2, viene posto di traverso a quest’ultimo e distribuisce il peso del lampadario su di una superficie più larga di graticcio. In questo caso il lampadario verrà appeso al listello con una legatura in filo di ferro. Per i soffitti in legno il lavoro si presenta più semplice. Attenzione però! Nel caso di lampadari molto pesanti, è preferibile usare al posto del tradizionale occhiello a vite, una staffa ad U fissata con viti lateralmente alle travi.
I saliscendi
Sono da considerarsi lampadari pesanti anche se il loro peso non fosse molto elevato, per il fatto che è possibile variare la loro altezza da terra tirandoli in basso o spingendoli in alto. Questa tensione supplementare si scarica ovviamente sul gancio fissato al soffitto che dovrà essere di tipo robusto come visto in precedenza. Nei lampadari di questo tipo il sostegno è dato da un sottile cavo di acciaio attorno al quale è avvolto a spirale elastica il filo di alimentazione. Il cavetto di acciaio, mentre è fissato con un morsetto alla struttura del lampadario, in alto entra in una scatoletta di plastica ove è avvolto su di un rocchetto al quale sono fissati due elementi fondamentali;
da un lato una molla a spirale e dall’altro una frizione a disco regolabile. La pressione con cui il disco della frizione preme sui rocchetto può essere regolata ruotando una vite. La posizione corretta si avrà quando il cavetto, sotto il peso del lampadario completo, si srotola solo applicando una certa trazione sulla maniglia del lampadario. La molla, che viene caricata tirando il lampadario in basso, serve a recuperare il cavetto d’acciaio quando si spinge il lampadario in alto. Quando il rocchetto ruota nel senso di avvolgere il cavetto, la frizione viene esclusa. Non serrare troppo la frizione perché in tal caso l’operazione allungamento, oltre ad essere faticosa, potrebbe compromettere la stabilità del gancio al soffitto. Se per appendere il lampadario si è usato un gancio ad S, sarà opportuno stringerne le estremità per evitare che, durante la manovra di accorciamento, possa in qualche modo sganciarsi. Di tanto in tanto verificare il cavetto di acciaio. Se presentasse tracce di ruggine o sfilacciamenti, provvedere subito alla sostituzione della scatoletta saliscendi completa. Generalmente infatti, i saliscendi sono chiusi all’atto della costruzione e non è quindi possibile sostituire il solo cavetto.