In questa guida vediamo come eliminare i tarli dai dipinti.
I parassiti che possono arrecare maggior danno al supporto di un quadro sono i tarli. Le tele dipinte e verniciate non sono però appetibili per i tipici parassiti che se ne nutrono; il tarlo attacca prevalentemente legno vecchio, ben stagionato. L’insetto deposita le proprie uova nelle cavità del legno e le larve ne rodono la polpa generando un meandro di gallerie che compromettono la resistenza della struttura del legno. Il danno può essere rivolto alle cornici, ma può essere rivolto anche al telaio di sostegno della tela o alla tavola su cui è realizzato il dipinto.
L’eliminazione dei tarli deve essere intrapresa non appena ci si accorge della loro presenza. Il lavoro minuzioso, se fatto in tempo, può essere portato brevemente a termine: con l’andar del tempo diventa invece sempre più lungo e con esito incerto.
Staccare, per prima cosa, il dipinto dalla cornice. Posarlo a faccia in giù su di una superficie piana coperta con un panno; inserire qualche soffice batuffolo di cotone fra la tela e il telaio in modo da staccare la prima da quest’ultimo. Preparare in una scodella una soluzione composta da tintura di iodio ed essenza di trementina (una parte di tintura in due parti di essenza di trementina).
Coprire la parte posteriore della tela con un foglio di carta oleata per evitare di macchiarla. Usare ora una siringa per iniezioni (vanno benissimo quelle in plastica con ago già inserito); aspirare dalla tazza qualche goccia di preparato ed introdurre l’ago più profondamente possibile nel foro prodotto dal tarlo. L’ago non deve piantarsi nel legno perché in tal caso non si potrebbe iniettare il liquido. Avvolgere la parte dell’ago che sporge con un batuffolo di cotone che servirà ad assorbire l’eventuale liquido eccedente impedendo che macchi la tela. Iniettare lentamente; generalmente una sola goccia per foro è sufficiente. Procedere con calma in modo sistematico, foro dopo foro. Fare attenzione che attraverso a qualche galleria più lunga delle altre il liquido non attraversi l’intero telaio fino a bagnare la tela. Il cotone, inserito sotto al telaio, può servire ad assorbirlo. I fori vanno turati con cera o con fiammiferi di legno.
Per fare questo nei primo caso si prende una candela e la si spezza ponendola in un barattolo. Portato il barattolo sul fuoco si fonde la cera. Usando poi una spatola calda si preleva la cera allo stato pastoso dal barattolo e
la si spalma sui fori dei tarli sino a chiuderli tutti. Se la cera si solidifica si rimette il barattolo sul fuoco, il lavoro è più agevole se la cera non è troppo fluida. Usando invece i fiammiferi è preferibile usare la parte bruciacchiata che, più dura, penetra più profondamente nel foro. Inserire a fondo il mozzicone di fiammifero nel foro battendo con un martelletto. Tagliar via poi la parte superflua usando una lama ben affilata. Questo tipo di stuccatura si presta meglio per telai poco tarlati. La cera è preferibile per lavori più estesi. Dopo aver stuccato i vari fori, ricontrollare l’intero telaio alla ricerca di qualche foro dimenticato.
Le tavole di legno seguiranno la stessa sorte con qualche precauzione in più per evitare di rovinare il dipinto.