In questa guida vediamo come riparare la tavola di un dipinto.
I guai che possono capitare a un dipinto ad olio su tavola possono essere molto più gravi e di difficile riparazione di quelli di una tela. Fra questi si è già visto quello prodotto dall’aggressione dei parassiti. Quando però il dipinto è stato realizzato su una tavoletta o su un foglio di compensato mal stagionati o di cattiva qualità, o quando ha sofferto a lungo in un ambiente umido o è stato soggetto a forti escursioni di temperatura si producono fessure, scollamenti e la tipica imbarcatura. Se questi difetti vengono presi in tempo, prima che provochino seri danni alla superficie dipinta, il dilettante è in grado di porvi rimedio. In caso contrario solo la sapiente opera di un restauratore esperto potrà ridare al dipinto il suo aspetto originario. A premessa di qualsiasi intervento sui dipinti su tavola, si tenga sempre conto che la pittura ad olio costituisce un velo abbastanza rigido e fragile, attaccato ad una faccia della tavola. Qualsiasi flessione di quest’ultima provoca sul colore delle sollecitazioni che tendono a staccarlo dal legno; il pericolo è tanto maggiore quanto maggiore è lo spessore del colore deposto sulla tavola. Il colore poi resiste meglio alla compressione che alla trazione per cui mentre è quasi sempre possibile raddrizzare una tavola che si è imbarcata verso l’indietro {pancia dal lato dipinto), non altrettanto può essere fatto se l’imbarcatura si è prodotta in senso inverso. Pazienza, metodicità e riflessione sono condizioni essenziali per ben riuscire in questo lavoro.
Indice
Compensato scollato
Risulta essere un inconveniente tipico dei compensato di qualità scadente oppure conservato a contatto con pareti molto umide. Lo strato superficiale del compensato si stacca da quello sottostante e non più «compensato» nelle sue deformazioni dagli strati sotto stanti si incurva provocando una fenditura longitudinale. Questo accade quasi sempre nei punti in cui i singoli strati presentano delle giunture. Se lo scollamento si è prodotto sullo strato opposto a quello dipinto, l’intervento sarà semplice e senza grossi rischi. Staccare il quadro dalla sua cornice. Preparare due tavolette di legno grandi quanto basta per coprire la parte scollata (fig. 1) stringendo il compensato in una specie di sandwich; la pressione fra le due tavolette potrà essere esercitata mediante morsetti a vite oppure semplicemente con il peso di numerosi libri. Aiutandosi con un listello di legno sottile introdurre e far colare della colla vinilica nella fessura facendo in modo che abbia a distribuirsi più uniformemente possibile sulla superficie scollata.
Si posa poi il dipinto su una tavoletta con la parte incollata rivolta verso l’alto. Su di essa si stende una striscia di carta per impedire che l’eccedenza di colla blocchi il quadro alla tavoletta di pressione. Se si notasse che le labbra della scollatura sono molto dure e difficili da spingere al loro posto, si potrà sostituire la carta con della tela o con del compensato sottile spalmato di colla in modo da ottenere un valido rinforzo.
Sovrapposta la seconda tavoletta di pressione si stringono i morsetti o si sovrappongono i libri; non toccare il dipinto per almeno 24 ore e solo dopo questo periodo lo si potrà liberare dai pesi o dai morsetti. Verificare se vi sono altri punti dove sta per verificarsi lo stesso inconveniente che si potrà evitare iniettando della colla con una piccola siringa attraverso la fenditura incipiente. Se invece l’inconveniente si verifica sul lato dipinto si potrà porvi rimedio solo se la fenditura è sufficientemente ampia da potere introdurre la colla, anche in questo caso, con la siringa. È importante evitare nel modo più assoluto di macchiare di colla il dipinto. In questo caso potrà essere necessario tenere la tavoletta leggermente incurvata finché la colla non avrà fatto presa; in questo modo sarà possibile avvicinare al massimo le due labbra delle fenditure. Per mantenere curva la tavoletta di compensato la si posa su di un piano con due spessori di un paio di centimetri inseriti sotto le sue estremità. Nel punto dove vi è la fessura si posa un’assicella di legno e su questa si posano i pesi che dovranno essere tali da curvare la tavola fino a toccare il piano di appoggio. Anche in questo caso fra l’assicella e il dipinto inserire un foglio di carta.
Eliminare l’imbarcatura
Il lavoro è eseguibile solo quando l’entità dell’imbarcatura è modesta e quando la «pancia» si trova dai iato del dipinto (figg. 2 e 3).
Staccare il quadro dalla cornice.
Ritagliare un riquadro di compensato da 2 mm di spessore a cinque strati con dimensioni uguali a quelle della tavoletta deformata. Assottigliare il riquadro di compensato tutto attorno in modo da rendere agevole il fissaggio del quadro sulla cornice. Preparare due tavolette di dimensioni di poco superiori al dipinto (si può usare del truciolare di legno da 1,5 cm di spessore) che serviranno per rinforzare il dipinto.
Pulire la parte posteriore del dipinto con della carta vetrata, spalmare l’intera superficie del rettangolo di compensato preparato in precedenza con collante epossidico a doppio componente ed applicarlo alla faccia posteriore del dipinto: porre il tutto tra le due tavolette di truciolare e stringere i morsetti o sistemarvi sopra dei libri pesanti.
Soprattutto nel caso si usino dei morsetti, è importante che siano stretti in modo progressivo ed omogeneo per non sottoporre il dipinto ad ulteriori sollecitazioni. Le colle epossidiche a doppio componente impiegano generalmente 24 ore a far presa con temperature ambiente di 20 gradi. Durante questo periodo il quadro non dovrà assolutamente essere toccato.
Chiudere una fenditura
Il legno mal stagionato è soggetto, durante l’azione di essiccamento, a notevoli tensioni interne. Se l’invecchiamento avviene in condizioni ambientali favorevoli, queste tensioni trovano giusto equilibrio fra loro, in caso contrario si aprono nel legno delle fenditure. La riparazione di una tavoletta di legno massiccio con una fenditura, non è sempre possibile. In molti casi le tensioni sono tali che non si riesce, neppure con l’uso di apposite morse, a riportare a contatto i due lembi della fenditura. Per prima cosa è necessario evitare che durante l’azione di compressione della tavoletta mediante i morsetti, questa possa curvarsi e spezzarsi. Per evitare questo inconveniente si dispongono in senso trasversale alla fenditura due coppie di listelli che mantengano la tavoletta diritta. Legare fra loro le estremità sporgenti di ciascuna coppia di listelli in modo che la tavoletta resti immorsata fra loro. Dal lato del dipinto inserire
sotto ai listelli una strisciolina di cartoncino tenero. Le legature dovranno far aderire i listelli alla tavola. Si prende poi un morsetto a gambo lungo capace di afferrare la tavoletta fra i due bordi. Sotto agli appoggi del morsetto si Inseriranno due pezzi di legno tenero che impediranno al morsetto di rovinare la tavoletta. Stringere il morsetto quanto basta per metterlo in forza; applicare un altro morsetto a gambo lungo in posizione simmetrica al primo in modo che, stringendo il primo, la tavoletta non abbia a fendersi sul lato opposto. Spalmare con un velo di colla i lembi della fenditura senza avvicinarsi troppo al lato sul quale è steso il dipinto. Stringendo il primo morsetto, la fenditura si chiude e la colla si stenderà in modo omogeneo senza schizzare fuori dal lato del dipinto. Per maggior sicurezza è conveniente applicare alla parte posteriore delia tavoletta, all’altezza delia fenditura, una striscia di compensato sottile lunga quant’è larga la tavoletta. Anche in questo caso la colla migliore da usare è quella epossidica a doppio componente. Se stringendo i morsetti la tavoletta scricchiolasse in modo evidente o se Io sforzo necessario per serrare la fenditura fosse eccessivo, sospendere il lavoro e chiedere il consiglio di un esperto.