Con forbici, colia e cartoncino si può creare un’allegra ed economica lampada da tavolo.
Per rallegrare un angolo di una stanza può bastare, ad esempio, un foglio di cartoncino bianco, tipo Bristol, del filo di ferro, un portalampade e un po’ di fantasia. Con un foglio di cartoncino da 70×100 cm è possibile realizzare un paralume esagonale con una diagonale di base di circa 30 cm ed un’altezza di circa 60 cm. Procedere nel lavoro come segue. Tracciare sul cartoncino con una matita dura sette rettangoli con base 92 cm e altezza 10 cm; tagliare lungo le linee segnate preferibilmente usando una riga metallica e una lama tagliente. Si ottiene in questo modo un taglio preciso e diritto, che difficilmente si realizza con le forbici. Su ogni rettangolo si segnano ora le linee di piegatura intervallate di 15 cm. Resterà alla fine una linguella larga 2 cm che servirà per chiudere l’esagono. Ogni striscia di cartone è così suddivisa con linee a matita in sei rettangoli da 10 x 15 cm più la linguella da 2×10. Lungo il bordo superiore e quello inferiore di ogni striscia di cartoncino si segna, ad intervalli di 5 cm, la posizione delle fessure di incastro, ogni rettangolo da 10×15 cm ne avrà due (fig. 1) e le fessure dovranno essere lunghe 1,5 cm e larghe 1 mm. Ripetere la stessa opera zione sulle rimanenti sei strisce di cartoncino. Usando ora la punta di un tagliacarte non tagliente, marcare, su ogni striscia, le linee di piegatura; posare il bordo di un righello in corrispondenza dell’incisione e piegare nettamente il cartoncino. Ripetere l’operazione su tutte le restanti pieghe comprese quelle marcate in corrispondenza delle linguelle. Usando una buona colla a contatto, chiudere ciascun esagono su se
stesso. Questa operazione, che si presenta molto facile, va fatta con attenzione evitando di sporcare esternamente il cartoncino con impronte di dita o tracce di colla.
Per dare un aspetto più piacevole alla lampada non raddrizzare troppo le pieghe e lasciare che i lati degli esagoni siano leggermente piegati verso l’interno.
Non resta
ora che incastrare fra loro gli esagoni utilizzando le rispettive fessure (fig. 2). Volendo però fare un lavoro a regola d’arte che al bell’aspetto unisca la funzionalità e la solidità, prima di montare gli esagoni fra loro, si suggerisce di appesantire l’esagono più basso e di fissargli il supporto per il portalampade. L’appesantimento può essere ottenuto fissando, con collante, lungo tutto il bordo inferiore interno dell’esagono, dei piombini per pacchi. La colla che meglio si presta per questo lavoro è quella a contatto (tipo Bostik bianco). Si spalma un velo di collante largo un centimetro lungo tutto il bordo inferiore interno dell’esagono e si fa la stessa cosa su una delle facce dei piombini (ne servono una cinquantina). Il supporto per il portalampade dovrà essere realizzato usando la stessa tecnica impiegata per la costruzione del telaio del paralume in tessuto. Si tratta in pratica di realizzare un trìpode con le tre gambe unite tra loro tramite un anello con un diametro interno di 30 mm. Tripode e anello vanno costruiti con filo di ferro zincato da 3 mm. Per ottenere un bell’anello rotondo, avvolgere il filo di ferro su di un manico di scopa e conformarlo poi al diametro desiderato.
Tagliare e saldare. Unire mediante saldatura a stagno anche le tre gambe del tripode all’anello, disponendole a raggiera ad intervalli regolari (fig. 3). Lasciare raffreddare le saldature e controllare che siano ben riuscite anche sul lato inferiore. Usando quindi una pinza, piegare verso il basso le gambe in modo che l’anello venga a trovarsi in posizione orizzontale e che l’apertura delle gambe sia tale da portare le estremità in coincidenza con tre dei vertici dell’esagono. Per ottenere un’illuminazione omogenea del paralume, la lampadina dovrà venirsi a trovare con il centro del suo bulbo a circa 20-25 cm dal piano di appoggio. Per ottenere questo le gambe dovranno essere
tagliate ad una lunghezza di 30 cm. il tripode cosi realizzato potrà essere semplicemente posato sul piano di appoggio del paralume all’interno dell’esagono. È però possibile fissarlo ai vertici dell’esagono mediante colla a doppio componente (tipo Araldite). In tal caso posare l’esagono su di un foglio di carta bianca, inserire nell’esagono il tripode e colare una goccia di colla su ciascun angolo e lasciar far presa per 24 ore. Eliminare la carta bianca che si sarà incollata insieme alle gambe del tripode.
Preparare un portalampade con il relativo cavetto di alimentazione come descritto in questa guida e fissarlo con la ghiera all’anello del tripode. In prossimità del punto di fissaggio di una delle gambe, praticare nel cartoncino un foro attraverso il quale verrà fatto passare il cavetto. Per evitare che eventuali strappi possano rovinare il cartoncino dell’esagono basso, fissare il cavetto alla gamba mediante qualche giro di nastro adesivo. Montare quindi all’altra estremità del cavetto la spina di alimentazione. Si possono ora montare i rimanenti sei esagoni incastrandoli sul primo e fra loro; normalmente non è necessario fissarli, se però si realizza una lampada più alta sarà opportuno bloccare gli incastri con una goccia di colla messa all’interno e in modo che non possa colare fuori. Non resta che avvitare la lampadina ed effettuare il collaudo. Trattandosi di un paralume di cartoncino non usare lampade troppo potenti; per le dimensioni di quello indicato, usare una lampada da 60 W con vetro latte.