Si tratta di lampade generalmente applicate ai soffitti (talvolta però anche alle pareti) direttamente a contatto con la struttura muraria.
In alcuni casi assumono forme ornamentali e le loro dimensioni possono diventare notevoli adeguandosi perfettamente all’illuminazione di grandi ambienti, anche come fonte principale di luce. Una forma particolare di plafoniera è quella alimentata con lampade fluorescenti. In tal caso il lampadario si presenta con forme geometriche regolari: rettangolo, quadrato o cerchio.
Tutte le plafoniere, qualsiasi siano le lampade usate, sono condizionate nella loro sistemazione dall’impianto elettrico esistente dato che l’alimentazione a “festone” vista per i lampadari appesi, stonerebbe con questo sistema di illuminazione. L’applicazione di una plafoniera al soffitto può essere eseguita in molti modi, in relazione alla sua dimensione e peso e al tipo di gancio esistente al soffitto.
Anello sporgente, plafoniera leggera: la plafoniera è composta da due parti principali: una piastra metallica di forma circolare ed un «globo» di vetro dalle forme più svariate. Il collegamento fra i due pezzi avviene manovrando una leva metallica incernierata sulla piastra che aziona le lamelle di bloccaggio (fig. 1). Staccato il globo dalla piastra e interrotta l’alimentazione elettrica dell’impianto domestico, si prova la sistemazione migliore. Al centro della piastra si trovano di solito tre fori: uno esattamente al centro con 10 mm di diametro e due diametralmente opposti a questo e con dia metro di 5 mm. Più eccentrico e nei pressi di uno o di entrambi i portalampade vi è un quarto foro da 8-10 mm di diametro attraverso il quale verranno fatti passare i fili di alimentazione. Se l’anello fissato al soffitto è molto sporgente, lo si potrà far passare attraverso il foro centrale della piastra dove verrà fissato mediante un grosso chiodo messo di traverso (fig. 1). Dato che una volta applicato il globo di vetro e accesa la o le lampade la piastra metallica si scalda e potrebbe fondere il rivestimento isolante dei fili che la attraversano, è sempre opportuno infilare sui fili un tubicino sterlingato. Mediante il chiodo, la piastra deve risultare ben fissa e aderente al soffitto. Se invece l’anello non sporgesse sufficientemente dal soffitto, il fissaggio può avvenire con del filo di ferro.
Filo di ferro, plafoniera leggera: infilare uno spezzone di filo di ferro, meglio se zincato, da 2 mm e lungo circa 20 cm nell’anello del soffitto fissandovelo con un secondo giro (fig. 1). Allargare quindi le due estremità del filo di ferro ed introdurle nei due fori piccoli della piastra. L’operazione dovrà essere eseguita contemporaneamente all’infilamento dei fili di alimentazione. Mentre ora con una mano si preme la piastra sul soffitto, con l’altra si uniscono e si attorcigliano i due fili di ferro, stringendoli con una pinza. Tagliar via il filo di ferro superfluo. Si passa ora ai collegamento elettrico.
Collegamento elettrico: il lavoro non è difficile, ma scomodo dato che si svolge sui soffitto. Si tenga presente che il percorso dei fili deve essere lontano dalle lampadine il cui calore finirebbe per rovinarli. Spellare le estremità dei due fili e, aperto il portalampade, farli passare attraverso il suo foro centrale per poi fissarli ai rispettivi morsetti. Se i portalampade fossero due, ai morsetti del primo portalampade si fissano anche due spezzoni di filo con cui si ripeterà l’operazione con l’altro. Non usare mai nastro isolante. Se sono necessarie delle giunte perché i fili che sporgono dal soffitto sono troppo corti, eseguirle mediante morsetti isolati di gomma, come quelli illustrati nella fig. 1. Prima di montare il globo fissare le lampadine ed eseguire il collaudo di funzionamento. Montare il globo di vetro accertandosi che le lampadine non vi posino sopra. Bloccarlo agendo alla leva di fissaggio.
Plafoniere pesanti: se il peso della plafoniera e la sua dimensione non consentono di utilizzare il tradizionale gancio del soffitto, il suo montaggio dovrà seguire la stessa tecnica già vista per i lampadari pesanti ed il fissaggio avverrà mediante tasselli ad espansione. Se la plafoniera non è di forma rotonda, prima di fissarla al soffitto è necessario individuarne la posizione esatta secondo il piano di simmetria del soffitto dei locale. Per rendere l’operazione agevole basta munirsi di un bastone o di un listellino di legno lungo un po’ più della metà del lato corto del soffitto. Appoggiato il listello al soffitto, in corrispondenza del foro della lampada e perpendicolarmente alla parete,
si segna con una matita il centro del foro. Spostare ora il listello di una trentina di centimetri da un lato e dall’altro del foro e riportare il segno sul soffitto. Si uniscono ora i due segni con un sottile tratto di matita e questo sarà l’asse di simmetria longitudinale del soffitto. Si posa ora il telaio della plafoniera al soffitto, sempre dopo aver tolto l’alimentazione elettrica, e si segnano sul soffitto le posizioni dei 3 o 4 fori di fissaggio. Si praticano ora con il trapano i fori nel soffitto (diametro 8,5 mm). Presi quindi i tasselli di gomma a vite, si smontano e si fissano al telaio come indica la fig. 2.
Stringere le viti quanto basta per mettere in leggera compressione la gomma impedendo al dado di ruotare senza avvitarsi. Si riporta ora il telaio a contatto con il soffitto e, fatti passare i fili di alimentazione, si infilano i tasselli nei fori corrispondenti. Mentre una mano maneggia il tutto, con l’altra serrare le viti operando in diagonale e facendo in modo che il telaio sia ben aderente al soffitto. Le viti vanno strette a fondo. Accertarsi che il telaio sia ora saldamente applicato al soffitto. Il collegamento elettrico è l’ultima operazione da eseguire. Dato però che molto spesso si tratta di collegare più lampade, è opportuno svolgere la maggior parte del lavoro a terra limitandosi, ad applicazione avvenuta, al solo collegamento mediante due morsetti dei due fili all’impianto. Montare le lampade o i tubi ed eseguire un collaudo. Chiudere quindi la plafoniera con il suo diffusore.
Le appliques: sono anch’esse da fissare direttamente alle pareti. Come le plafoniere, hanno la loro maggior limitazione nella necessità di disporre di un impianto elettrico preesistente, incassato. Dato infatti che si sceglie questa forma di illuminazione soprattutto a scopo ornamentale, un filo di alimentazione esterno al muro costituirebbe una grossa stonatura. Nelle case vecchie accade spesso di trovare questo tipo di impianto predisposto, specialmente nei corridoi e negli ingressi, e l’arredamento moderno anziché farne uso cerca di nasconderlo. Se però si vogliono impiegare le appliques, il loro fissaggio può essere agevolato da un tassello di legno già predisposto ad incasso nel muro. Prima quindi di mettere mano al trapano per inserire nel muro uno o due tasselli ad espansione con cui avvitare l’applique, verificare se nel muro è stato predisposto il tassello in legno. Interrotta l’alimentazione elettrica dell’impianto domestico, si posa al muro l’applique in modo che la sua base copra il foro da cui escono i fili. Con una matita si segnano i punti di fissaggio attraverso i fori della base. Usando ora un succhiello da legno si incide l’intonaco nei punti segnati. Se il tassello in legno era stato predisposto, si sentirà il succhiello lavorare sul morbido.
Completare la foratura in relazione alla lunghezza delle viti usate (sono sufficienti viti da 20-25 mm di lunghezza). È bene usare viti cromate o di ottone per evitare che l’umidità le arrugginisca. Se, invece, il tassello in legno non era previsto, si ricorre ai tasselli ad espansione. Per le appliques normalmente usate negli appartamenti, sono sufficienti tasselli in plastica da 6 mm di diametro. Attenzione: prima di praticare i fori cercare di individuare il percorso dei fili nel muro in modo da evitare di forare proprio nel punto dove passa la guaina isolante. Oltre alle tradizionali e ben note appliques, si usano oggi numerosi altri tipi di lampade che vengono fissati direttamente alle pareti sia per ottenere la luce diffusa con tubi fluorescenti oppure concentrazioni luminose con faretti e spot. Nel percorrere i vari locali della casa, si esamineranno di volta in volta I singoli casi ed i modi di impiegare queste fonti di illuminazione. In alcuni casi, infine, le appliques possono essere fissate direttamente ad un mobile o al suo interno. Il lavoro in questo caso non consisterà solamente nell’applicazione meccanica delia lampada ma anche nell’accurata preparazione dell’impianto elettrico: non si dovrà mai, infatti, perdere di vista il mobile, la sua struttura e il mantenimento del suo aspetto originario. Prima di avvitare una vite sulla fiancata di un armadio o sulla testa testa del letto, per esempio, è importante accertarsi se dietro la liscia superficie esiste una cavità o una struttura portante. Quasi tutti i mobili moderni, infatti, non sono costruiti con tavole di legno massiccio, ma con tralicci portanti rivestili di fogli di legno compensato rivestito di impiallacciatura.