In questa guida spieghiamo come riparare un paralume.
Ci si riferisce essenzialmente ai danni che possono subire il telaio metallico e le passamanerie del rivestimento; strappi, rotture o bruciacchiature del rivestimento, possono essere riparate solamente con la sua sostituzione. I punti più soggetti a rompersi sono, senza dubbio, le congiunzioni fra l’anello inferiore con le cuciture; queste parti sono unite tra loro mediante saldature a stagno
Per poterne ripristinare l’originaria integrità, è necessario staccare dal punto danneggiato sia il tessuto del paralume vero e proprio che il nastro di rivestimento della centina e dell’anello. Si procede per prima cosa alla scucitura parziale della frangia e della passamaneria a cavallo della centina staccata per un tratto di 5 cm per parte. Si scuce poi il tessuto del paralume che generalmente è avvolto attorno all’anello, anche in questo caso la scucitura sarà lunga 10 cm circa. A questo punto è stato messo in luce il telaio con il relativo avvolgimento di nastro. Sarà necessario togliere quest’ultimo per poter srotolare un tratto di almeno 5 cm sulla cucitura e 5 cm per parte sull’anello (fig. 3). Con del filo per imbastire si ferma provvisoriamente piegato in su il lembo del paralume appena scucito in modo da tenerlo lontano dal punto in cui si dovrà eseguire la saldatura a stagno. Usando carta vetrata sottile pulire accuratamente le parti da unire togliendo ogni traccia di ossido, ma non eliminando completamente lo stagno preesistente.
Dovendo unire tra loro due pezzi di filo di ferro con saldatura a stagno (fig. 3), sarà necessario scaldare bene con la punta del saldatore il punto da saldare fino a quando io stagno preesistente entra in fusione. Posare ora sul punto il filo di stagno preparato che fonderà all’istante. Farne colare quanto basta per ottenere una saldatura robusta, l’eccesso di stagno è antiestetico e, alcune volte, si rivela controproducente alla solidità della saldatura. Se non
si è molto pratici nella saldatura a stagno, si consiglia di coprire con uno straccio pulito il rivestimento del paralume dove potrebbero cadere gocce di stagno fuso, oppure ricorrere alla riparazione mediante colle epossidiche a doppio componente.
Questo sistema è l’unico possibile, fra l’altro, per la riparazione di paralumi rivestiti in plastica senza dover ricorrere all’intero smontaggio del rivestimento. Il procedimento di preparazione è analogo al precedente. Si puliscono con cura le parti da porre a contatto usando alcool o benzina (non usare mai la trielina che può intaccare in modo irreparabile la plastica). Preparare una goccia di colla a doppio componente (tipo Araldite o similare). Bagnare di colla le due parti da unire, porre le due parti a contatto e mantenervele usando un anello elastico o una legatura di filo sottile. Fare colare un’altra goccia di colla sul punto di giunzione per rinforzo. Lasciare far presa per almeno 24 ore. A riparazione avvenuta si procederà alla sistemazione del nastro di rivestimento del telaio che potrà essere fissato sia con punti che con colla.
Si passa poi al tessuto del paralume e alla passamaneria. Naturalmente è consigliabile in questo caso usare filo dello stesso colore del tessuto così che sia possibile mimetizzare efficacemente la linea della cucitura. Un altro punto tipico in cui possono verificarsi delle rotture o dei guasti è da ricercare sui montanti di supporto, sugli eventuali giunti e snodi di quest’ultimo e sull’anello di fissaggio alla ghiera del portalampade.
Se i montanti di un supporto si dovessero staccare dall’anello superiore, la riparazione sarà del tutto simile a quella vista per le centine. Dato però, specialmente se il paralume ne ha soltanto due, che i montanti devono garantire la rigidità meccanica dell’intero paralume, sarà necessario fissare la saldatura o l’incollatura mediante una legatura con sottile filo di rame (recuperato da un filo elettrico) oppure, solo nel caso si usi colla, anche con del filo di canapa resistente. Risulta essere sufficiente un solo avvolgimento che raccordi fra loro le parti; un avvolgimento troppo grosso deturperebbe infatti la forma del paralume. Se il montante, invece, si stacca dall’anello di fissaggio alla ghiera del portalampade, la riparazione va fatta sempre mediante saldatura; in questo punto il telaio infatti viene riscaldato dalla lampadina e la colla potrebbe perdere le sue caratteristiche di tenacità. Non dimenticare di pulire con cura con carta vetrata le parti da riscaldare. Non riscaldare molto l’anello perché si potrebbero dissaldare anche gli altri montanti. Se il paralume, per esempio, in seguito ad una caduta presenta diverse dissaldature al telaio, procedere alla riparazione con ordine unendo un pezzo dopo l’altro e, se si usa la colla, aspettare la presa di un’incollatura prima di eseguirne un’altra.
Nei paralumi che sono dotati di montanti di sostegno a snodo si può verificare l’allentamento dello snodo stesso. In queste condizioni il paralume tende a rovesciarsi sul suo snodo provocando il contatto tra la lampadina e il rivesti
mento. Il perno dello snodo è generalmente costituito da un ribatti no di rame o di alluminio. La riparazione consiste appunto nel chiudere bene il ribattino. Fissare saldamente in una morsa un martello (per il manico) o un robusto pezzo di ferro su cui si poserà il ribattino. Usando poi un altro martello leggero, si picchierà moderatamente sul ribattino fino ad ottenere l’irrigidimento dello snodo; non battere troppo perché se lo snodo si blocca del tutto quando lo si vorrà azionare si rischierà di deformare o rompere i montanti di sostegno.