Si è visto come è possibile costruirsi un paralume con del filo di ferro zincato, ma il paralume serve se lo si può fissare ad un portalampade a sua volta fissato ad un basamento.
Uno degli oggetti più comuni che si possono trovare sia in casa, che in un negozio di cose vecchie è il vaso di porcellana. Ve ne sono di bellissimi con forme e colori perfettamente adattabili sia alla ambientazione moderna sia a quella antica. Il vaso così com’è per non può sostenere né il portalampade, né il paralume. Come esempio si è scelto un vaso di porcellana con il basamento metallico. Il lavoro potrà però essere ugualmente eseguito su vasi di altro tipo.
Per prima cosa è necessario praticare sul fondo del vaso un foro da dieci millimetri di diametro. Per forare la porcellana non si dovrà usare la forza dato che questo è l’unico modo per mandare il vaso in frantumi. La foratura va eseguita con un trapano preferibilmente a mano e comunque ruotando a bassa velocità e senza esercitare pressione di sorta. La punta dovrà essere al carburo di tungsteno e si inizierà subito a forare con la punta da 10 mm. Perché questa però faccia presa sul materiale vitreo è necessario tenerla lubrificata con essenza di trementina o benzina.
Procedere come segue. Capovolgere il vaso e, tenendolo fra le ginocchia, marcare il punto in cui si dovrà eseguire il foro (centro) con un pennarello. Fissare poi tutto attorno al seno dello stucco da vetri (fig. 1); può andare ugualmente bene della gomma da masticare. Si è così fatta una tazza in miniatura tutto attorno al punto da forare. Versare nella tazzina così ottenuta dell’essenza di trementina. Posare poi la punta del trapano sul punto da forare e iniziare a ruotare lentamente impedendo alla punta di scivolare.
Dopo qualche giro la punta avrà già inciso la superficie vetrificata della porcellana e il lavoro risulterà più agevole. Non avere comunque fretta. Continuare a ruotare lentamente togliendo ogni tanto la punta e aggiungendo trementina. Fare attenzione a non piegare il trapano durante il lavoro di foratura. In questo modo, infatti, la punta farebbe leva sul fondo del vaso provocando la rottura. Sarà bene infilare nel vaso uno
straccio che assorbirà la trementina quando il foro sarà completato. Nello stesso modo è possibile forare il vetro.
Completato il foro, si toglie lo stucco e si asciuga il vaso per passare poi alla foratura della parte metallica (fig. 2). In questo caso il foro potrà essere da 6 a 8 mm di diametro in relazione alla dimensione del cavetto di alimentazione. Anche in questo caso il lavoro va eseguito tenendo il vaso tra le ginocchia. Procurarsi ora in un magazzino di materiale elettrico un tubo di ottone filettato da 9 mm del tipo usato nei lampadari; il tubo dovrà avere una lunghezza di qualche centimetro superiore all’altezza dei vaso. Oltre al tubo procurarsi due rondelle larghe e due dadi adatti alla filettatura. Ritagliare da un pezzo di compensato da 10 mm di spessore, un disco di diametro uguale a quello interno dell’imboccatura del vaso. Al centro del disco dovrà poi essere praticato un foro da 10 mm. Infilare nel tubo una rondella e avvitare per qualche millimetro un dado ad una delle due estremità. Infilare il tubo filettato nel foro praticato sul fondo del vaso; la sua estremità superiore sporgerà così dall’imboccatura del vaso. Su questa estremità si infila ora il disco di compensato che verrà incastrato sull’imboccatura del vaso. Il disco potrà essere verniciato con uno smalto adatto al colore del vaso, oppure semplicemente lucidato con una vernice trasparente. Si infila poi la seconda rondella sul l’estremità superiore del tubo filettato e si avvita il dado; stringerlo moderatamente con una chiave mentre si tiene fermo il dado posto sul fondo. Prima di passare al montaggio del portalampade, sarà opportuno inserire sul foro praticato sul basamento metallico del vaso, un passacavo in gomma; questo eviterà che il filo possa spellarsi provocando in tal modo pericolosi corto-circuiti. Prendere ora un cavetto elettrico a due conduttori lungo quanto serve per alimentare la lampada dalla presa più vicina.
Aprire un portalampade ed infilare il cavetto sul coperchietto filettato dello stesso; staccare i due fili fra loro e spellarne le estremità per circa mezzo millimetro. Allentare i morsetti di collegamento dei portalampade, inserirvi le estremità dei due fili e serrarli; chiudere il portalampade avvitando a fondo le varie parti, ma tralasciando di inserire la ghiera isolata. Infilare ora il cavetto nel tubo filettato fissato in precedenza al vaso ed avvitare il portalampade alla sua estremità superiore. Se il coperchietto del portalampade dispone della vite di bloccaggio, serrarla a fondo impedendo così che svitando la lampadina si sviti anche il portalampade. Rovesciare ora il vaso e accer
tarsi che il cavetto sia ben steso. Praticarvi un nodo in modo che eventuali strappi non abbiano a ripercuotersi sui fili di collegamento. Infilare il cavetto nel passacavo in gomma fino a farvi urtare contro il nodo praticato in precedenza. Posato il vaso su di un tavolo si procede al fissaggio della spina di alimentazione all’altra estremità del cavetto, infilare sul portalampade l’anello centrale del paralume bloccandovelo saldamente mediante la ghiera isolata. Avvitare la lampadina e inserire la spina in una presa. La lampadina si accenderà. Volendo, è possibile e sempre consigliabile, inserire sul cavetto di alimentazione un interruttore in modo da poter accendere e spegne
re la lampada indipendentemente. Se il paralume è grande e pesante e se il basamento del vaso è di piccolo diametro, la stabilità della lampada può risultare alquanto precaria. Per migliorarla in modo sensibile senza per questo danneggiare il vaso, sarà necessario inserirvi un contrappeso. Il lavoro va eseguito dopo aver inserito il tubo filettato sul fondo del vaso e prima del fissaggio del disco di compensato.
Mantenendo il dado del tubo filettato a contatto con il fondo del vaso, versare in quest’ultimo della sabbia ben asciutta o, meglio ancora, dei piombini (si acquistano a peso nei negozi di caccia e pesca). Procedere poi come visto in precedenza per il fissaggio delle varie parti. Se al posto di un vaso di porcellana fosse stata usata una bottiglia di vetro trasparente, il contrappeso dovrà essere anche ornamentale. In tal caso si potranno usare dei piccoli ciotoli di fiume ben puliti e di vari colori. Oltre che alla stabilità della lampada, si provvederà così a nascondere il tubo filettato.
Conoscendo così il sistema con cui è possibile trasformare un vaso o una bottiglia in una simpatica lampada da tavolo, sarà ora opportuno guardarsi attorno, nelle vecchie cose, con occhio più attento e fantasioso.