Le indicazioni per la riparazione di un letto si possono ricollegare a quelle relative a qualsiasi altro mobile costruito di legno massiccio Questo, almeno, per quanto riguarda la sua struttura di base, gli incastri che tengono allacciate le sponde al capezzale e ai fondo, quale che possa essere la particolare struttura del mobile su cui sciogliamo di notte le ansie e le fatiche dei giorno. Esistono però, tra letto e letto, alcune varianti non tanto nella struttura, quanto nei particolari che riguardano l’aggancio di reti e di altri accessori, che possono di tanto in tanto andare fuori posto, rompersi, o anche soltanto traballare quei tanto che basta per trasformare una potenziale dormita in una lunga veglia alla ricerca di sonno.
Può essere una cosa da poco, ma tutti sappiamo quanto un piccolo rumore, un cigolio appena percettibile, possano bloccare tutto, trasformare una notte di pace e di riposo in una notte all’insegna dell’ira. Nella fig. 1 abbiamo riportato alcuni dei “difetti” più comuni di quello che abbiamo voluto identificare come un letto-tipo. Un letto, cioè, senza particolari problemi strutturali e stilistici, di legno, sul quale sia opportuno intervenire di tanto in tanto per la necessaria manutenzione. Non dimentichiamo, infatti, che il letto è forse il mobile più usato della casa, usato com’è per circa un terzo della giornata di 24 ore. Il problema più comune in un letto di legno consiste nel cedimento dei supporti destinati a sostenere la rete metallica su cui poggiano i materassi. Altro problema e di carattere strutturale, e consiste nel metodo di fissare le fiancate del letto, o addirittura la struttura rettangolare su cui si appoggia la rete, al capezzale e al fondo.
Il telaio del letto non è autosufficiente, non dispone cioè di piedi con cui poggiare a terra, ma ha un gancio speciale con cui sarà fissato al fondo del letto. Nei dettagli 3 e 4, invece, cerchiamo di indicare un sistema bivalente, che ha il pregio di essere valido non solo per fissare la rete al telaio del letto, ma anche per bloccare quest’ultimo al fondo del letto e al capezzale stesso. Risulta essere uno dei sistemi meno brillanti, da un punto di vista puramente estetico, eppure è innegabile che, per la sua semplicità, non poteva non diventare uno dei preferiti per i costruttori di letti. In parole povere, un sistema a bulloni. Nei dettaglio 3 sono indicati i punti di fissaggio al capezzale e al fondo; al 4, invece, si indica come, al di là delle estremità del letto, la bullonatura possa fissare al telaio del letto quello della rete. Vite, rosolia e bullone sono i tre elementi essenziali: ne occorrono due per ogni lato del letto, affinché diano un’assoluta garanzia di tenuta. Nel dettaglio 5, invece, indichiamo un sistema che può ridurre il numero dei punti d’appoggio della rete. A condizione, naturalmente, che la struttura stessa dei letto sia abbastanza massiccia e consenta quindi l’uso di triangoli d’appoggio (come indicato nel disegno) a loro volta massicci, saldamente incollati e avvitati al telaio. Tutti questi metodi di appoggio che ci siamo dilungati a indicare possono costituire una valida
indicazione qualora dovesse rompersi il letto così com’è in partenza. Sono tutti sistemi, infatti, che possono essere facilmente intercambiabili, e servire perfettamente allo scopo. Quello al dettaglio 3 (la bullonatura) è l’unico che richiede un intervento anche dalla parte esterna —e quindi visibile — del letto, con uria serie di fori. Mentre con gli altri sistemi sarà infatti sufficiente una eventuale smantellatura interna, seguita dal montaggio delle nuove parti resesi necessarie, con quello a bulloni sarà necessario completare la perforazione delle fiancate e delle due estremità del letto. SI potrà farlo senza difficoltà con un trapano, dopo aver preso attentamente le misure per non combinare un gran pasticcio. Ma, probabilmente, occorrerà anche ridare una bella finitura al legno, secondo i sistemi indicati nell’ultima parte di questo volume. E le grosse viti, in ogni modo, devono essere affossate nel legno, oppure di tipo particolare, che non stoni con il colore e con lo stile del letto. Nel dettaglio 6 indichiamo quello che è il metodo più comunemente adottato per “agganciare” le due sponde dei letto al capezzale, o al fondo. Consiste in due piastrine di metallo, avvitate alle sponde e alle estremità del letto. In genere le piastre fissate alle sponde hanno un gancio a forma di “L” rovesciata, che si inserisce in una scanalatura nella piastrina fissata all’altra parte del mobile, la quale ovviamente richiede un lavoro di scalpello per predisporre l’incavo in cui il gancio potrà trovare posto. Va da sé che, per evitare una serie di incidenti grossi e piccoli al letto su cui si dorme, sarebbe opportuno intervenire con una serie di operazioni preventive, e fissare periodicamente tutte le viti e le parti mobili. Soltanto così ci si può accertare che il letto non si sfasci quando meno uno se l’aspetta.
Esaurita questa serie di argomenti che riguardano il letto vero e proprio, vorremmo indicare un metodo semplice ed efficace che riguarda il modo di riparare la rete del letto.
Sovente questa si rompe alle estremità, vuoi per normale usura, vuoi per difetto di costruzione, vuoi per effetto di un particolare montaggio. Nella fig. 2 indichiamo quali sono le successive fasi da seguire per una riparazione completa, e soprattutto sicura. Si tratta, anzitutto, di rendere inoffensivi i fili della rete che, rompendosi hanno la punta rivolta verso l’esterno e possono bucare o tagliare il materasso. Una pinza a punta piatta è il migliore strumento per questo genere di operazione.
Piegare con esso tutti i fili di ferro pericolosi volgendoli verso l’interno delle maglie della rete, o addirittura eliminando con un netto taglio quelli meno trattabili. Non bisogna credere che, terminata questa operazione, la rete sia nuovamente in perfette condizioni, e non richieda altro genere di trattamento. Nel giro di due o tre notti, infatti, la torsione cui la rete stessa è sottoposta sposterebbe nuovamente alcuni fili in posizione pericolosa, e a subirne le conseguenze sarebbe, primo fra tutti, il materasso. Occorre quindi proteggerlo in qualche modo. Per semplicità si può, usando una striscia di tela robusta e piuttosto spessa, formare una barriera protettiva cucendola lungo il lato danneggiato della rete.
Qualora i danni della rete fossero più gravi, si possono fissare le maglie usando filo di ferro, stando però attenti che le punte siano rivolte verso il basso. Per ovvie ragioni di sicurezza, in questo caso sarebbe forse consigliabile che il rivestimento di tela fosse doppio.